Siamo a San Miniato, nella terra di mezzo tra Pisa e Firenze, ed è proprio qui che si trova questo affascinante borgo medievale.
Famosa fin dai tempi dei tempi per il passaggio di una delle vie più famose al mondo, la celeberrima Via Francigena, che ha fatto si che questo borgo medievale diventasse un centro di interscambio di culture provenienti da varie parti d’europa e del mondo.
Oggi San Miniato è per lo più famosa per il suo prezioso Tartufo Bianco e continua tutt’oggi ad essere un’importante tappa per tutti quei ragazzi che decidono di percorrere la famosa via che conduce alla città eterna, Roma.
E’ in questo contesto che si inserisce questa cantina a conduzione familiare, al cui timone troviamo Leonardo Beconcini, figlio di Pietro, fondatore di questa azienda, e sua moglie Eva Bellagamba, che lo supporta in questo affascinante percorso.
L’azienda ha iniziato un percorso di ricerca e di produzione di vini di qualità con l’ingresso in azienda di Leonardo che fin da subito ha imposto il suo credo, iniziando anzitutto con una profonda analisi dei suoi terreni e i suoi vigneti.
Fin da subito ha voluto andare contro corrente, facendo della tradizione il suo punto di forza, cercando la valorizzazione dei vitigni tradizionali e autoctoni come il Sangiovese, e la Malvasia , nonostante che in quegli anni vi sia stato un boom di reimpianto dei vigneti verso nuove varietà, in particolare i cosiddetti vitigni internazionali che all’epoca andavano per la maggiore sulla spinta del successo di Bolgheri.
Ma nello studio dei sui vigneti aveva scoperto un vitigno insolito, che non corrispondeva a nessuno dei vitigni che si potevano trovare allora in Toscana, cosi che questa vigna prese il nome di “vigna X”, ossia una vigna composta di un vitigno non identificato. Questo ha portato Leonardo a una ricerca e a uno studio appassionato per scoprire di che cosa si trattasse, fino a che dopo lunghi studi e paragoni con altre varietà, si è arrivati a identificare questo vitigno nel più noto Tempranillo, tipico vitigno spagnolo e in particolare autoctono di La Roja. Non è mai stato scoperto con precisione come questo vitigno sia arrivato proprio a San Miniato, ma l’ipotesi più plausibile è che esso sia stato portato fin qui da qualche pellegrino che stava percorrendo la Francigena.
Mi soffermerò sui 3 vini, che a mio parere, sono i più identificativi e rappresentativi di questa azienda.
Il primo è il “Reciso” un 100% Sangiovese direttamente da una selezione massale dei migliori vigneti di Sangiovese presenti in azienda, questo è il vino della tradizione, il più rappresentativo della filosofia di questa azienda. Viene prodotto attraverso l’adozione di una tecnica del tutto originale e brevettata proprio da Leonardo, stiamo parlando della tecnica dell’ “interruzione linfatica”. La fermentazione alcolica avviene in vasche di cemento utilizzando solo lieviti indigeni. Per la maturazione vengono utilizzate botti in rovere di Slavonia da 10 hl e tonneau in rovere Francese da 550 lt, e rimane in affinamento per i successivi 18/24 mesi. Prima dell’immissione in commercio il vino rimane in affinamento in bottiglia per ulteriori 15 – 18 mesi. Il risultato finale è un Sangiovese differente dai soliti noti, come Chianti, Brunello ecc; è un mix ben bilanciato di potenza e eleganza, un Sangiovese non banale che risulta avere una personalità propria e riconoscibile.
Il secondo è il “Vigna le Niccihe” un 100% Tempanillo direttamente dalle vigne Pre-fillossera presenti in azienda, questo è il vino della ricerca, dell’innovazione e sperimentazione. I grappoli delle piante sono raccolti rigorosamente a mano la prima settimana di Settembre in piccole cassette da 5 Kg, in seguito trasportate in cantina e lasciate ad appassire fino alla seconda decade di Ottobre. Dopo la naturale disidratazione, durante la quale si perde il 25% del peso, inizia la vinificazione in vasca di cemento con una quantità di parti solide (bucce e vinaccioli) decisamente superiore, che conferiranno al vino un’impronta tannico/acida di altissima qualità ed uno spettro aromatico molto particolare. Il VignaLeNicchie necessita di un lungo periodo di maturazione e affinamento che inizia nella primavera successiva alla vendemmia con l’immissione del vino in barriques nuove ogni anno al 70% in rovere francese e al 30% in rovere americano, dopo 12 mesi viene effettuato un travaso con il blend delle diverse barriques, dopodiché il vino assemblato torna per ulteriori 12 mesi negli stessi contenitori. Dopo i due anni passati in legno questo vino viene imbottigliato e rimarrà in affinamento fino al compimento dei quattro anni, a questo punto finalmente il vino viene imbottigliato e messo in commercio. Un vino unico, una perla rara, un esperimento abbondantemente riuscito. Se quello che cercate è l’originalità, senza dubbio questo è il più originale che potete trovare.
Il terzo è un Vinsanto, l’occhio di Pernice “Aria” prodotto con uve 100% Sangiovese. Occhio di Pernice stà ad indicare la produzione del vinsanto utilizzando esclusivamente Sangiovese. Questo raro vino di ossidazione è prodotto con lo stesso metodo tradizionale dei VinSanto, usando la stessa tipologia di caratelli, ma solamente in legno di Rovere e con un periodo di maturazione di almeno 7 anni. Il risultato finale è un vino da meditazione dal gusto dolce ma mai stucchevole, cosi denso da sembrare quasi una marmellata liquida ma dall’equilibrio e finezza spiazzanti. Una piccola chicca prodotta in quantità limitatissime.
Pietro Beconcini ha la “sfortuna” di trovarsi in una zona minore del vino Toscano, ma ha fatto di questa sfortuna un punto di forza che lo ha spinto a trovare una propria strada ben delineata e chiara.
E’ una cantina che mi è rimasta e mi rimarrà nel cuore per la sincerità dei suoi custodi e dei sui vini, un ringraziamento speciale a Leonardo ed Eva che mi hanno accompagnato in questo percorso di conoscenza e scoperta di questa bella realtà.
Luca Brandini