Martedì 22 Marzo torno a distanza di 2 anni alla Leopolda di Firenze per una delle più belle anteprime di Toscana, ovvero la Chianti Classico Collection.
Location e organizzazione impeccabili per la kermesse dedicata al Gallo Nero, denominazione storica e sinonimo di vino di qualità dal 1716; tuttavia nel corso della sua storia ultracentenaria questa denominazione ha visto un alternarsi di alti e bassi.
Fortunatamente da un decennio a questa parte, dopo anni in cui si era in parte persa la bussola, cercando di scimmiottare e assecondare il mercato e andando a disperdere l’identità territoriale puntando su vitigni e metodi di lavorazione che strizzassero l’occhio ai trend e richieste del mercato, vi è stata una forte rivolta dell’orgoglio chiantigiano che ha fatto sì di riportare “la chiesa al centro del villaggio” o per meglio dire “il sangiovese e i suoi complementari al centro della denominazione“
I protagonisti indiscussi della Collection sono stati i 180 produttori della denominazione con le loro batterie di vini, più di 650 etichette, che quest’anno hanno come focus la tripletta di annate: 2018, 2019 e 2020. In un certo qual modo, anche se molto meno esaltate e fomentate dalla critica internazionale, ricordano l’anteprima delle annate 2015 – 2016.
Oltre che una rivisitazione della percentuale minima di Sangiovese nella Gran Selezione, che sale da un minimo dell’80% a un minimo del 90%, la grande e significativa novità che arriva in concomitanza con la Collection è la presentazione ufficiale delle UGA.
UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) che vanno a suddividere il grande territorio della denominazione del Chianti Classico in 11 sottozone delimitate che sono: San Casciano, Greve in Chianti, Montefioralle, Panzano in Chianti, Lamole, San Donato in Poggio, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Vagliagli, Castelnuovo Berardenga
Ad oggi la possibilità di utilizzo delle UGA è limitata alle etichette Gran Selezione, ma la sensazione è che nel futuro prossimo questa possibilità venga allargata a tutta la piramide produttiva prevista dal disciplinare del Chianti Classico.
Ma torniamo alla Collection ed andiamo a esaminare, per singole UGA, i miei personali migliori assaggi, partendo dal nord della denominazione e procedendo verso il sud della stessa.
Ma prima di entrare nello specifico degli assaggi volevo sottolineare una mia personale percezione; da quando è stata integrata la Gran Selezione la qualità e godibilità delle Riserve sta crescendo esponenzialmente anno dopo anno.
San Casciano
- La Sala – “il Torriano” Chianti Classico Gran Selezione 2018
- Cigliano di Sopra – Chianti Classico 2020
Greve in Chianti
- Castello Vicchiomaggio – “Le Bolle” Chianti Classico Gran Selezione 2018
- Querciabella – Chianti Classico Riserva 2018
- Poggio Scaletta – Chianti Classico 2020
Lamole
- I Fabbri – “Terra di Lamole” Chianti Classico 2019
- Fontodi – “Filetta di Lamole” Chianti Classico 2019
- Sara & Juri Fiore – “Porcacciamiseria” Chianti Classico 2019
Panzano in Chianti
- Gagliole – Chianti Classico Riserva 2019
- Fontodi – “Vigna del Sorbo” Chianti Classico Gran Selezione 2019
- Renzo Marinai – Chianti Classico 2018
San Donato in Poggio
- Castello di Monsanto – Chianti Classico Riserva 2018
- Isole e Olena – Chianti Classico 2019
- Ormanni – Chianti Classico 2019
Radda in Chianti
- Tenuta di Carleone – Chianti Classico 2019
- Erta di Radda – Chianti Classico 2019
- Caparsa – “Caparsino” Chianti Classico Riserva 2019
- Poggerino – “Bugialla” Chianti Classico Riserva 2019
- Val delle Corti – Chianti Classico 2019
Gaiole in Chianti
- Riecine – Chianti Classico Riserva 2019
- Maurizio Alongi – “Vigna Barbischio” Chianti Classico Riserva 2019
Castellina in Chianti
- Castello di Fonterutoli – Chianti Classico 2019
- Pomona – Chianti Classico 2019
Castelnuovo Berardenga
- Lecci & Brocchi – “il Chiorba” Chianti Classico Riserva 2018
- Castell’Invilla – Chianti Classico 2018
Luca Brandini