Durante l’ultima edizione di “Tastingreve” l’associazione dei viticoltori ha organizzato una masterclass che è andata a ripercorrere la storia dei vini di Greve.
La Masterclass condotta da Cristina Mercuri ed organizzata dai Viticoltori di Greve ci ha portati alla scoperta dell’UGA “Greve” e le sue sottozone durante la manifestazione “Tastingreve”.
16 annate in degustazione per altrettanti produttori, che hanno visto sfilare uno dopo l’altro i propri vini, dall’annata più vecchia, 1975, alla più recente, 2022.
Facciamo però ordine e chiarezza prima di vedere i vini degustati durante la Masterclass:
Le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) che vanno a suddividere il grande territorio della denominazione del Chianti Classico in 11 sottozone sono: San Casciano, Greve, Montefioralle, Panzano, Lamole, San Donato in Poggio, Castellina, Radda, Gaiole, Vagliagli, Castelnuovo Berardenga
Se prendiamo come riferimento i confini del comune di Greve in Chianti al suo interno contiene 4 UGA (Greve, Panzano, Lamole e Montefioralle) e ben 7 sottozone: Strada, Chiocchio, Greti, Montefioralle, Destragreve, Dudda e Lucolena e Panzano.
I vini protagonisti della Masterclass a “Tastingreve”
La Masterclass ha visto la degustazione comparativa di 6 vini d’annata da sottozone diverse e successivamente 10 annate storiche sempre da sottozone diverse cosi da avere un panoramica completa, sia storica che attuale, del territorio e le varie filosofie produttive nel corso degli anni.
Andiamo a vedere i vini degustati durante la Masterclass e migliori assaggi che saranno evidenziati:
Vini d’Annata:
- Torraccia di Presura – “Il Tarocco” Chianti Classico 2021
Sottozona: Strada
Uvaggio: Sangiovese e piccola percentuale di Canaiolo Nero - Tenuta la Novella – “Casa di Colombo” Chianti Classico 2019
Sottozona: San Polo
Uvaggio: 100% Sangiovese - Viticcio – Chianti Classico 2022
Sottozona: Montefioralle
Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Merlot - Terreno – Chianti Classico 2021
Sottozona: Destragreve
Uvaggio: 100% Sangiovese - Antico Borgo di Sugame – Chianti Classico 2022
Sottozona: Dudda e Lucolena
Uvaggio: 98% Sangiovese, 2% Merlot - Ca di Pesa – Chianti Classico 2021
Sottozona: Panzano
Uvaggio: 100% Sangiovese
Annate Storiche:
- Castello di Verrazzano – Chianti Classico Riserva 1979
Sottozona: Montefioralle
Uvaggio: 80% Sangiovese, 10% Canaiolo, 10% Trebbiano e Malvasia - Tenuta di Nozzole – “La Forra” Chianti Classico Riserva 1981
Sottozona: Chiocchio
Uvaggio: 80% Sangiovese, 20% Canaiolo - Castello di Querceto – “Il Picchio” Chianti Classico Riserva 1988
Sottozona: Dudda e Lucolena
Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Colorino - Castello Vicchiomaggio – “La Prima” Chianti Classico Riserva 1993
Sottozona: Greti
Uvaggio: 90% Sangiovese, 5% Colorino e 5% Canaiolo - Querciabella – Chianti Classico 1994
Sottozona: Destragreve
Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Cab. Sauvignon e Merlot - Carpineto – Chianti Classico 1995
Sottozona: Dudda e Lucolena
Uvaggio: Sangiovese, Canaiolo e altre varietà a bacca rossa - Vignamaggio – “Castello di Monna Lisa” Chianti Classico Riserva 1998
Sottozona: Destragreve
Uvaggio: 80-90% Sangiovese, 10-20% Merlot e Cab. Sauvignon
- Fattoria Santo Stefano – Chianti Classico 2000
Sottozona: Greti
Uvaggio: 100% Sangiovese - Villa Calcinaia – Chianti Classico Riserva 2004
Sottozona: Montefioralle
Uvaggio: 95% Sangiovese, 5% Montepulciano d’Abruzzo - Pieve di San Cresci – Chianti Classico 2008
Sottozona: Montefioralle
Uvaggio: 100% Sangiovese
Conclusioni
La Masterclass, che ci ha trasportato nel tempo attraversando mezzo secolo di Chianti Classico della sottozona Greve, ha dimostrato come nel corso dei vari decenni siano cambiate le consapevolezze, il mercato e le filosofie aziendali.
Siamo partiti con un’assaggio “contemporaneo” delle annate più recenti che hanno raccontato come oggi il focus di ogni azienda sia verso la ricerca di un’identità aziendale, che porti nel calice un vino identitario che racconti il territorio e l’azienda.
Siamo poi passati ad un’assaggio di varie decadi, dove è emersa una forte similitudine di filosofia produttiva dei vini degli anni ’80 con le annate più recenti, volte alla ricerca dell’espressività più autentica e sincera del territorio e dei valori aziendali .
Al contrario i vini degli anni ’90 e 2000 ci hanno riportato indietro a quegli anni in cui il mercato di riferimento era per lo più gli Stati Uniti e pertanto si prediligevano vini più concentrati, carichi e con una forte presenza di legno.
La cosa interessante è come i vini dell’ultimo decennio del secolo scorso, seppur interpretati con questa chiave più indirizzata ai gusti del mercato americano, nei casi in cui sono stati prodotti con una consapevolezza e maestria in cantina di alto livello, ancora oggi riescono a risultare veramente intriganti ed integri.
Luca Brandini